domenica 20 febbraio 2011

GF del Montalbano, la prima dell'anno!


Esordio stagionale! Come lo scorso anno, ho scelto le strade di casa per dare il via alla stagione, più precisamente quelle di Quarrata per la GF del Montalbano. Da aspettarsi poco o niente, solo divertirsi senza pensare a classifiche o piazzamenti. Ma anche avere un primo riscontro sull’allenamento finora fatto, confermando o annullando certi dubbi che ho.

Decido di partire da casa non troppo presto, così da non stare là ad aspettare due ore per nulla. Quando arrivo mi basta mettermi la maglia, scarpe, casco, gamb... i gambali!! Li ho lasciati a casa, quindi non ci sono alternative: pantaloni corti. Non proprio il massimo vista la giornata nuvolosa, fredda e minacciosa di pioggia. Vado di olio riscaldante, ma mi scalda le mani a malapena. Dov’è che sbaglio?

Pronto prontissimo, vado dai miei nuovi compagni di squadra tutti posteggiati nel parcheggio a 100 metri da me. È subito un concentrato di allegria e risate! Il “capitano” Mario ha portato la macchina fotografica e facciamo una foto tutti insieme, anche se purtroppo ho ancora il completino dello scorso anno.

Ci dirigiamo in griglia circa 40 minuti prima del via, e come sempre è questa la pate più difficile della corsa per me. Dal freddo che ho mi si contraggono i muscoli involontariamente! Per fortuna però sono in buona compagnia e il tempo passa in fretta.

Dopo il via è subito un gran casino. Una strettoia, una fila di macchine in senso opposto... e siamo già fermi! A me cambia poco, tanto ho deciso di non spremermi come l’anno scorso! Nel tratto prima di attaccare la salita andature elevate attorno ai 50 orari, ma le gambe girano alla grande (e al fresco).

Sul Pinone non mi tiro il collo e faccio tutta la salita con un passo deciso ma non a tutta, sacrificando posizioni per un prossimo benessere. Anche in discesa non mi arrischio, e nella piana per arrivare sotto Poggio Tempesti mi dedico a stare a ruota nel miglior modo possibile. Conosco e faccio anche due parole con Whitney, ragazza americana compagna di squadra di Sara. È qui a far la gamba!

Poggio tempesti è un dentello o poco più, ma per come è fatta offre la visuale su quel che succede più su. E due tornanti più su succede che c’è un gruppo. Tempo di risalire in testa, mettere un paio di denti in meno e sono pronto all’inseguimento. Evadiamo in 3 ma inutilmente, ci ammazziamo e basta senza riprenderli. Che bischero che sono, fermo proprio non ci so stare.

Sul San Baronto invece riprovo l’aggancio, solitario, e ci riesco, scollinando con il nuovo gruppo. Discesa compatta e in fondo trovo Marco e Carlo, e decidiamo di fare il lungo nonostante stia iniziando a piovere.

Ad attenderci è il temibile muro di Tizzana, ma siamo un bel gruppo e anche mentalmente è tutto più semplice. Sento i respiri altrui molto affaticati, mentre io stò benissimo nonostante le pendenze. Ed è qui che matura un’idea sconsiderata messa in atto dopo. Infatti appena all’inizio della ancor più temibile salita di Bacchereto/Pinone decido di andarmene da solo. Voglio provare ad arrivare, da solo.

Supero le pendenze micidiali senza grossi problemi e continuo con un bel passo gli ultimi 3 km del Pinone. Poi via in discesa verso Vinci, e quindi gli strappi di Borgano. Sono ancora da solo, ma sento che qualcosa non va. Le gambe, non vanno più. Mi illudo che in salita tutto sparisca, ma è solo una terribile illusione!

Dal metro zero di salita capisco che è finita e che i 4 km del San Baronto saranno una tortura: non vado nemmeno a spinta, buio! Subito mi sorpassano in 4 del mio ex gruppo, che si erano avvantaggiati. A metà salita è la volta di tutti gli altri. Marco mi incoraggia ma non c’è niente da fare. A 200 metri dalla vetta mi stacco definitivamente, e decido di non provare nemmeno a rientrare in discesa, non ho la lucidità necessaria e stà piovendo.

Gli ultimo km li passo in compagnia di signore facendo due chiacchere e sperimentando il nuovo finale della corsa. Una strada di campagna messa malissimo, e come se non bastasse un arrivo che mi ha ricordato il Mur de Huy: 500 metri all’11%! Per le gambe è la mazzata finale!


Il piazzamento finale parla chiaro. 101° in 4 ore e qualche minuto (3 o 7, ora non ricordo)... una disfatta! L’anno scorso che ho sempre sostenuto di essere andato male ci ho messo quasi mezz’ora meno! Ovviamente niente di preoccupante, il piazzamento non contava prima di partire e non conta adesso. Conta il divertimento, che c’è stato, e tutte le indicazioni che ho ricevuto e sulle quali dovrò lavorare bene per cercare di migliorarmi. O quantomeno ritornare sui miei livelli!

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