giovedì 16 dicembre 2010

giovedì 18 novembre 2010

mercoledì 17 novembre 2010

martedì 16 novembre 2010

Ripetutamente oltre le possibilità



Stamani l'uscita doveva essere dedicata a delle particolari ripetute in base ai watt. Dovevo farle ins alita ma il tempo minaccioso mi ha fatto rimanere nella piana. Risultati scadenti, probabilmente ci sarà da rivedere qualcosa. 

lunedì 15 novembre 2010

La perla bianca non muore d'autunno

Il tempo è venuto, si riparte, stavolta per davvero, o quantomeno stavolta lo credo.
Le cose non dovevano andare così, avrei dovuto correre, preparare una maratona, ma di km nelle scarpette ce ne ho messi veramente pochi. La corsa non perdona, ti butta dentro il suo vortice senza che tu te ne accorga e ti fa uscire quando le pare. A me ha fatto uscire presto, insieme al mio tendine dolorante, ma senza allontanarmi troppo. È stata la MTB a farmi uscire del tutto. Una caduta stupida, una falsa diagnosi, una lesione che cresce e cresce e poi eslode in tutta la sua prepotenza.
Antinfiammatori a volantà. E riposo, soprattutto riposo. Due settimane di completa inattività, tre se consideriamo anche quella precedente alla caduta quando ai box mi ci ha mandato il tendine. Poi un primo assaggio, pochi km, qualche strappo, parecchia emozione. Un bambino e il suo giocattolo.

Il giocattolo nuovo, vecchio, arriva giusto in tempo prima di cominciare, prima che ne abbia bisogno. Una persona alla quale non mi stancherò mai di dire grazie e l'impegno a mettere a frutto, verso giugno, dei mesi di novità strutturali.

Sabato 13 Novembre è un plumbeo giorno. La mattina passata a lavorare ai travetti del soffitto fa crescere l'ansia. Come se fosse la prima volta, come se mia spettasse chissà cosa di nuovo. E invece il giro è lo stesso, le curve sono le stesse e l'aria sempre la stessa. Non la mia condizione però, anche senza cardio non è difficile intuirlo. Salite di 30 metri sono un ostacolo non inconsistente. Non so capire se i watt siano tanti o pochi, ci devo capire un po' di più dentro questa questione. In ogni modo sono pochi, non ci sono dubbi.

E Domenica è il giorno del test. Il Monte Serra mi aspetta senza scoprirsi troppo, dentro al suo cappotto di nebbia e nuvole basse. Non mi vesto tanto, pantaloni corti e gambali, primaverile e smanicato. Scelta buona, ci azzecco, non sono arrugginito almeno per questo.
Lo strappo dei muli è come sempre bastradissimo, e pone mille domande sulla condizione, anche se la catena non si sente. Bientina, Cascine, e poi Buti. Aziono l'intertempo per calcolare bene i dati sulla scalata e mi butto fra quei tornanti, a rimbalzare da una carreggiata all'altra per non sprecare secondi, tempo, energie. Sempre al limite, mai arrendendosi del tutto. Qualche calo c'è, è naturale: l'ultima salita l'ho fatta un mese e mezzo fa.
Quando arrivo a fermare il cronometro la risposta è abbastanza cattiva, ma d'altronde il Serra non mente, e io non posso mentire a lui. Amore e odio che si fanno da parte, dietro alle prospettive di una prossima volta migliore.

In discesa mi arrischio poco, la strada è un bordello di foglie e di ruscelli d'acqua esiliati dal loro corso. Mi sono già fatto male, eviterei di ritornare sui miei passi.
Decido di tornare verso casa, uscita breve ma le gambe se la ricorderannos icuraemnte, visto lo stato di forma. Trovo Cipollini che mi saluta, e io contraccambio. Sulle salitelel di Orentano e di Galleno è il delirio della crisi, ma in 51 km non c'è molto spazio per le agonie. C'è spazio a sufficienza, invece, per credere più che mai che senza quella perla bianca di carbonio la mia vita sarebbe incompleta.

Spazio ai numeri, in settimana iniziamo a scrivere le formule.

venerdì 5 novembre 2010

Di nuovo in bici!

Lasciato alle spalle la lesione alla coscia, anche se non guarito completamente al 100%, mi sono concesso una pedalata di un'oretta fra le colline delle Cerbaie. Nessuna noia al muscolo infortunato, solo una bella sensazione di fatica! Era da un po' che non mi sentivo così fuori forma, ma d'altra parte è comprensibile. Piccola parentesi podistica e offroad a parte, la bici da corsa non al toccavo da 29 giorni. Mentre l'ultima uscita seria, con la coronoscalata vinta, risale a 40 giorni fa!
L'autunno si conferma una bellissima stagione per pedalare, i paesaggi si accendono e accompagnano la voglia di concendersi un ora di sano relax. Relax fino a un certo punto, perchè sugli strappi la fatica la sentivo parecchio bene. Mi ci voleva proprio, adesso farò passare questo periodo piuttosto perturbato, poi la prossima settimana via al ciclo di fondo!

sabato 23 ottobre 2010

PREMIAZIONI DEL CAMPIONATO MEDIA VALLE – GARFAGNANA DI CRONOSCALATE



Venerdì 15 ottobre, presso il Ristorante “Il Bugno” di Fornaci di Barga, durante una bella serata conviviale, si sono svolte le premiazioni del “1° Campionato Media Valle – Garfagnana Cronoscalate”. Gli atleti premiati, i primi tre di ogni categoria, sono stati ospiti degli organizzatori di questa bella iniziativa che ha coinvolto diverse realtà del nostro territorio, e che ha visto ciclisti e podisti correre a cronometro sullo stesso percorso.
Quattro sono state infatti le manifestazioni in calendario: la prima, in un lontano sabato caldissimo del mese di luglio, ha visto impegnati gli atleti lungo la salita di Monteperpoli, nella classica cronoscalata organizzata dal “ASR Cascio”. Il campionato ha fatto poi tappa il 29 agosto nel Comune di Fosciandora, con la “Ponte di Ceserana-Lupinaia” organizzata dal “Gruppo Podistico Parco Alpi Apuane” e dal Comune di Fosciandora; terza prova organizzata a Filecchio l'11 settembre in occasione della “Sagra della Polenta e Uccelli”, sulla micidiale salita che dalla Piazza del Paese conduce a Tiglio Alto, e la prova conclusiva, la “Ponte di Catagnana-Sommocolonia Via Buffalo” organizzata il 26 settembre dal “Gruppo Sportivo Val di Lago”. Le ultime due manifestazioni hanno avuto il sostegno del Comune di Barga, mentre su tutte il patrocinio delle due Comunità Montane (Media Valle e Garfagnana).
La serata conclusiva è scorsa in un clima di festa che ha coinvolto atleti ed accompagnatori, e lo speaker - podista Graziano Poli ha sottolineato la riuscita dell'iniziativa, ed annunciato per il prossimo anno una manifestazione in più nella zona delle cave di marmo delle Apuane. Premiati, come detto, gli atleti delle varie categorie che hanno partecipato ad almeno tre delle quattro cronoscalate in programma, ed ottenuto il maggiore punteggio.

Questi i premiati per il ciclismo:
Categoria A/1: 1° Fabio Botrini, 2° Luigi Toni, 3° Sandro Bentivoglio.
Categoria A/2: 1° Alessandro Giannotti, 2° Emanuele Traversari, 3° Alessio Guazzini.
Categoria A/3: 1° Enrico Bartolozzi, 2° Roberto Lunardi, 3° Alessandro D’Alfonso.
Categoria A/4: 1° Giuseppe Baronti, 2° Bruno Scotti, 3° Dino Berlingacci.
Categoria A/5: 1° Mauro Perfetti, 2° Federico Marchetti, 3° Giancarlo Romanelli.
Categoria A/6: 1° Francesco Simoncini, 2° Giuseppe Nardini, 3° Mario Guastalli.
Categoria unica femminile: 1° Claudia Bertoncini, 2° Elena Jaccheri.

E questi invece i podisti:
Assoluti: 1° Alex Consigli, 2° Marco Barbi, 3° Antonio Merrighi.
Veterani: 1° Franco Bertoncini, 2° Arturo Sargenti.
Argento: 1° Ferdinando Bertacca, 2° Nicola Venturini, 3° Giuseppe Benassi.
Donne: 1° Paola Lazzini, 2° Mariagrazia Mazzanti, 3° Elena Bertolotti.
Ladies: 1° Dalida Campioni.

Appuntamento, sempre sul nostro territorio, con il “2° Biathlon Challenge di Natale” l'ormai classica staffetta a cambio alternato ciclista-podista, che quest'anno vedrà impegnati gli atleti a Castelvecchio Pascoli il 20 novembre, a Molazzana il 4 dicembre, ed a Filecchio il 18 dicembre.

PS: si ringrazia FULGUR per il contributo 

martedì 19 ottobre 2010

Ricominciamo

Dopo lo stop obbligato per non far degenerare il dolore al ginocchio, oggi ho fatto una corsetta lentissima di 1 km. La gamba battuta non se la passava affatto bene, faceva male e non riuscivo a spingere per nulla. Nessuna risposta dal ginocchio, altri dolori in primo piano e un tempo così breve non possono certo dare dei segnali da prendere per buoni.

Per ora va bene così, giovedì si guarda se avrò smaltito un po' di più la botta. Intanto, fortunatamente, l'ultima ferita si è chiusa e finalmente inizia a guarire come si deve.

sabato 16 ottobre 2010

Prima girata in MTB: inizio col botto!

L'ultima volta che ho preso la MTB per fare un percorso da vera MTB probabilmente risale a una decina di anni fa. Fino a ora mi sono limitato a usarla per spostamenti di servizio o piccole giratine insignificanti. Oggi invece l'impegno è serioso. Sveglia alle 7.20, partenza alle 7.50. Non oso immaginare per quali improponibili strade mi porterà il mi babbo, ma confido in un po' di clemenza.

Dopo circa 1 km di strada asfaltata si entra già nel bosco. E che ingresso! Per me, così imbranato e totalmente a secco di esperienza nel settore, è subito una guerra. Il sentiero è veramente stretto e quasi scomparso, le fonde delle piante coprono la visuale e mi strusciano ovunque. Tortuosità che non lascia tempo nemmeno per respirare. Quando sbuchiamo su una strada di bosco di dimensioni decenti, mi accorgo di avere già il fiatone. 



Il fondo adesso è migliorato però, si prosegue bene. Mai parlare troppo presto però. Davanti si profila un lago che copre quasi interamente il tracciato. Il mi babbo lo prende di petto e, con qualche rischio, riesce a passare. Io invece ci rinuncio in partenza e passo di fianco, nel bosco. Troppo impegnativo per adesso, devo prenderci un po' di confidenza. Così, fra una pozzangherona e l'altra, fra un tronco caduto e la profonda ruotata di un trattore, si va avanti.

Arriva la salita, non mi illudo certo di confermare le prestazioni su strada e faccio bene. A metà salita mi sento molto poco in equilibrio e metto il piede a terra. Errore, mi tocca finirla a piedi. In cima, un falsopiano abbastanza semplice ci porta a Cerretti. Da qui prendiamo un sentiero che dovrebbe sbucare a Montefalconi. Il condizionale però è d'obbligo. Il mi babbo ha praticato per tanti anni la mtb, ma negli ultimi 10 praticamente mai e il bosco è molto cambiato.

Infatti la strada che intendeva prendere non c'è più, ne proviamo un'altra. Ripida discesa che ci porta su un altro sentiero, è quello giusto. Tempo poco e davanti appare una rampa clamorosa. Stavolta mi concentro e stò attento ai rapporti. In mezzo alla strada c'è una fossa profonda scavata dall'acqua. Stiamo sul bordo esterno, ma ci sono piante e grossi sassi, unito alle pendenze notevoli il tutto diventa difficile.Una, due, tre volte rischio di cadere, ma con attenzione rimango in piedi e riesco ad arrivare in cima vivo.
Subito dopo una ripidissima discesa. Avrei voglia di scendere a tutta, ma evito fortemente perchè non è affatto il caso. Non me lo posso permettere. 
Sbuchiamo sulla strada di Montefalconi, poi torniamo indietro verso il punto di partenza percorrendo un altro sentiero. Costeggia il torrente e negli avvallamenti è tutto allagato. Scendiamo e passiamo a piedi salendo sul ciglio per più di una volta. Fra l'altro una scarpa si attacca malissimo al pedale, è una lotta continua. Metà giro l'ho fatto con una gamba, maremma svizzera. Ma con una gamba davvero!

Terminato il sentiero, si esce di bosco e si torna sulla strada asfaltata di partenza. Il mi babbo vuole andare sul serra, sono le 9.15, è presto, ma del Serra non voglio sentir parlare. Un'altra mezzoretta per me è più che sufficiente. Andiamo così verso le Pianore passando da una strada non proprio ortodossa. Entriamo nel padule e le strade si dividono. Lui va a Ruota, io verso Orentano. Ho un solo obbiettivo: trovare la strada che porta direttamente alla Zizzi.

In cima allo strappo giro subito a destra in una poderale. Passo una casa disabitata, costeggio una vigna e mi imbatto in una zona che neanche Camp Derby. È sconsigliato il passaggio, è un concerto di fucilate. Penso che è meglio evitare e torno indietro. Poi tento la sorte prendendo un sentiero più anonimo che mai. Dopo varie vicessitudini, curve e controcurve mi ritrovo al limite della piana. Poco più avanti una strada risale, forse ho fatto bene!

Invece ho sbagliato, la via è quella della Fonte del Sasso. Poco male, ci arrivo anche di qui. Passo la salite ababstanza impegnativa e una volta arrivato nel falsopiano inserisco il rapporto massimo, voglio forzare. Vado a tutta fino al bivio ai NArdi, quindi prendo la conosciutissima strada che in gioventù ho fatto decine e decine di volte. Spingo ancora al max quando arriva il punto in cui devo girare, una strada che si inserisce a sinistra. Posti così familiari.
Faccio la curva piuttosto forte, e bene. Nessun problema. Passano 5 metri e....

Vedo il cielo. Mi ritrovo steso in terra come un cretino. Non ho la minima idea di come abbia fatto. Mi è andata via la bici a curva finita, verso l'interno, non si spiega. Devo aver trovato di sicuro qualcosa. Mi rialzo immediatamente, o meglio, ci provo. La gamba destra è quasi insensibile alle mie volontà. Metto tutto il peso sull'altra e mi alzo. In piedi ci stò, quindi niente di rotto per fortuna. Maglia e pantaloncini a parte. Sistemo la sella e riparto.

Subito dopo una discesa ripida. Spero che la caduta non mi abbia annebbiato troppo, ma la supero bene. Da lì, per arrivare a casa è un gioco da ragazzi. Inizio a vedere gocce di sangue sgorgare dal ginocchio, mi colano per tutta la gamba. I pantaloncini sono appena bucati sul fianco, all'altezza dell'anca. Non lasciano vedere niente, se non una macchia rossa che si allarga.

La girata finisce. Prima di tutto lavo la bici, il fango fresco si lava bene. E poi posso andare felicemente a vedere le ferite. Nulla di che. La prossima settimana si va alla scoperta di altre strade.

martedì 12 ottobre 2010

Stop! Il ginocchio reclama

Dopo l'allenamento di ieri è ufficiale: un ginocchio fa male Il sinistro, sotto la rotula, pare si tratti di tendine rotuleo. Non ci voleva proprio, soprattutto così presto. Pensavo che i dolori arrivassero più in là ma evidentemente è chiaro che per quanto muscolarmente recuperi molto bene in una sola notte, così non è per il resto.

Uno stop di qualche giorno ci vuole, per evitare che il problema dilaghi. Per il resto, per il futuro, le domande che ora sorgono sono tante. Meglio aspettare prima di dare risposte definitive.

lunedì 11 ottobre 2010

Terza settimana, si comincia!

Prima di parlare del running faccio un passo indietro, a ieri, domenica.

In programma c'era solo di riposarmi. Però poi la mi sorella mi ha chiesto se la accompagnavo a fare qualcosa, visto che per 3 giorni non aveva allenamenti e ferma del tutto non voleva stare. Allora le ho chiesto se le andava un girata in MTB, e mi ah detto che andava bene. Quindi ho messo a posto il mio rudere e dato una sistemata alla sua bici, più nuova della mia e sicuramente meglio. Entrambe MTB da corsa, la mia ha una ventina d'anni, la sua una decina: eridità paterne.

Partiamo su asfalto, poi ci infiliamo nella prima bellissima sterrata. Uno stradone largo e tenuto benissimo verso "Le Pianore". Da qui scendiamo nel padule e dopo poco risaliamo verso Orentano. poco prima di entrarvi però, svoltiamo a destra in una strada di campagna che dopo poco diventa un po' bruttina, con pietroni e fosse profonde in mezzo. Superiamo a piedi un pezzo non troppo impegnativo, ma d'altrond eera inutile rischiare per nulla: per le fra una settimana inizia il campionato di serie C di pallavolo, per me è meglio non sparare sulla croce rossa.

Fra l'altro la mia bici è un inno al rischio. La catena salta in continuazione e non è difficile che sulle salitelle prenda delle fragorose botte su una parte anatomica molto delicata. Senza contare che i freni funzionano solo se azionati almeno dieci secondi prima della necessità.
Comunque non siamo a fare le gare e va bene. Poco dopo entriamo su una strada dove già una volta passai con Sara. Da qui è facile, la seguiamo e dopo essere ritornati sulla via asfaltata ci ributtiamo subito nel bosco. 

Prima di sbucare su un'altra e più importante arteria, ci imbattiamo in un tratto dove erano stati stesi a terra volutamente dei tralci di rovi. Bastardi. Penso che è meglio non rischiare di rimanere a piedi e passiamo adagi camminando.

Poi inizia il bello. Ci addentriamo in un viottolo sconosciuto che ben presti si rivelerà una fregatura. Strada completamente allagata, e condizioni sempre più brutte fino a un bivio. Provo da solo la continuazione naturale della strada, ma è veramente una fangaio e avendo cuore della sorella decido che è meglio evitare. Allora svoltiamo a sinistra verso uno strappo con pendenze ampiamente superiori al 20% che superiamo a piedi. 

Arrivati in cima inizia il delirio. Strada che probabilmente è abbandonata da anni, passiamo a fatica fra la vegetazione e i tronchi di pino caduti a terra. Sempre più brutta, arriviamo a un tratto dove tutto si trasformava quasi in bosco. A quel punto inutile tentare di seguire l'antico sentiero, tagliamo nel bosco fitto tentando di raggiungere la strada asfaltata che in teoria era in quella direzione. Facciamo bene infatti: dopo essere finiti in aperti campi ormai ababndonati, ci infiliamo per un viottolo anch'esso lasciato in balia del bosco e arriviamo a un'abitazione. Discesa, risalita e siamo sull'asfaltata.

Arriviamo in fondo alla valletta, risaliamo e tentiamoa ncora una volta di tornare a casa per strade sconosciute. L'ultimo tentativo è una bella strada che dopo una ripida discesa ci porta direttamente in una fresca valle dove per miracolo non cado in terra, infilandomi in una fossa modello sabbie mobili. Passiamo dentro ad un ruscello lavando un po' le bici con acqua corrente e, preso atto che sis tava trasformando nella solita fangaia, torniamo indietro e passiamo dalla strada normale.

Alla fine quasi due ore, km pochi, divertimento parecchio.


Ed ecco, a questo punto brevemente, il momento di parlare di corsa. Stamattina dopo i 9 km di sabato ho calato un po'. 6 km come venivano, senza stare a controllarmi. Anche oggi mi sono spostato in macchina, di pochissimo però, raggiungendo lo stradone sterrato delle Pianore. 1.5 km di lunghezza, fatto 4 volte. Non è pianeggiante ma sempre in lieve pendenza, salita o discesa si alternano al giro di boa. Media di 5'38'' a km, mi accontento.

Domani riposo, mentre mercoledì in programma 9-10 km. Se il meteo si conferma saranno molto bagnati.

Keep the faith

sabato 9 ottobre 2010

Uscite di giovedì e sabato

Stavo già perdendo l'assiduità nello scrivere, ma visto tutto il tempo che passo a scrivere per obbiettivi più seri, la voglia di rimanere alla tastiera latita un po'! Comunque, passiamo in rassegna le ultime due uscite

GIOVEDI': uscita "casalinga", correndo sulla sterrata del padule qui sotto casa. Partenza all'alba, frescolino e una leggera nebbia che rendeva tutto magnifico. Non ho grandi intenzioni agonistiche, dopo i 6 km di martedì è meglio non sovraccaricare troppo le gambe e per quanto possibile dargli il tempo di digerire il lavoro. 
Dopo mille domande, finalmente sono riuscito ad avere delle risposte sul ritmo da tenere. Mi fido di Euge e Giovagiov, niente cardio e via con le sensazioni. Fra l'altro avverto un leggerissimo fastidio al tendine rotuleo del ginocchio sinistro. Anche in bici alle volte si faceva sentire, speriamo che se ne vada così come è venuto, come succedeva con la bici.

Insomma, dieci minuti di riscaldamento e poi prima serie da 10' a corsa. Poi 4' di camminata e quindi la stessa sequenza per altre 3 volte. In totale 30' di corsa. Per quel che vale alla media di 5'33''/km. Alla fine guardando il cardio ho visto che ero piuttosto altino, ma sinceramente non è che me ne rendessi molto conto. 

Il giorno dopo, venerdì, gambe in ottima forma senza dolori (sensazione negativa al tendine esclusa). Giornata di ghiaccio a volontà, nella speranza di bloccare subito la situazione e che sia soltanto un doloretto d'adattamento.


SABATO: l'uscita di stamani. Ale alle 9 è puntuale a casa mia, sono io che sono un pochino in ritardo! Raggiungiamo in macchina il percorso di giornata, a San Romano, lungo la ferrovia. Dovrebbe essere un tracciato quasi completamente sterrato, in realtà si rivelerà asfaltato per buona parte.

Dopo dieci minuti di riscaldamento iniziamo a correre. Sono 9 i km in programma, sicchè la partenza è molto tranquilla. È Ale a fare il ritmo, lo seguo (a debita distanza però, il suo cardio capta anche la mia fascia). Io, a proposito, guardo il cardio la prima volta solo a metà percorso, quando invertiamo la marcia e torniamo indietro. Sono esattamente al medio, benone. 

Ale abbandona la maglia della tuta in un fosso, è caldo! Poco dopo il vento aumenterà d'intensità incredibilmente e maledirà la scelta fatta.

Durante il ritorno, complice anche il forte vento contrario, guardo più volte il cardio perchè c'è la paura di esagerare e non arrivare alal fine dei 9 km correndo. Invece nonostante tutto, riesco sempre a stare sui battiti giusti e a portare a termine il percorso prefissato. Gambe particolarmente stanche (già dall'inizio), ma la media di 5'52''/km mi soddisfa in pieno. Rispetto ai 6'10'' di martedì, con la stessa fatica e con 3 km in più, non può che essere positivo.
Non resta che continuare a sperare nel ginocchio e andare avanti. Keep the faith.

martedì 5 ottobre 2010

6 uno scarso: la mania malsana di voler prendere il tempo

Prima volta che mi viene da pensare: chi me l'ha fatto fare?

Mattinata da dividere a metà, fra soddisfazione e delusione.
La soddisfazione è data dal fatto di essere riuscito a percorrere 6 km di fila senza pause, senza momenti di cammino. Anzi, terminato il tratto misurato ho continuato per altri 600 m, arrivando fino alla conclusione naturale della strada in questione. A seguire breve camminata di scarico dove le gambe non stavano troppo bene, ma nemmeno malissimo.
La delusione inizia con il non essere riuscito a mantenere una FC inferiore al fondo medio. Un allenamento che sicuramente servirà, questo, ma almeno adesso è bene costruire la base sulla corsa lenta.
Dettoq uesto, la delusione si fa grande quando leggo il tempo impiegati per questi 6 km: 37 minuti. Un'enormità. un muro contro il quale sono andato a sbattere, le mie speranze insieme. Certo, posso dire di essere alla prima vera uscita (quinta in assoluto), che fino a 9 giorni fa ero bicidipendente e non correvo da un anno e mezzo, che alla fin fine non ho mai corso davvero, che questo e che quell'altro... ma troppo rimane.

Ad ogni modo si va avanti, e devo prendere il buono che c'è, cioè di aver fatto questi 6 km di fila. Sicuramente di qui a Pisa posso migliorare, è matematico. ed è anche importante, al tempo stesso, capire la dimensione contro la quale mi devo confrontare. Sicuramente non sarà una lotta per il tempo, non sarà una passeggiata un po' più lunga. Sarà una lotta di sopravvivenza dove il bersaglio, sotto il fuoco nemico, sarò io.


Conclusione: qualche piccolo particolare e aggiunte varie.
Stamattina un tratto del percorso era completamente allagato e ho sguazzato in diversi centrimeti d'acqua, con camion che passavano accanto sollevando tsunami.
Dopo aver corso, 16 km di bici a sciogliere. Ne farei volentieri a meno però, avrei bisogno di lasciarla in cantina ad oltranza, però serve alla grande e questo sforzo lo devo fare.

domenica 3 ottobre 2010

Prima domenica di Duathlon

Con moderazione, proseguo così. Sveglia naturale alle 7, mi alzo per vedere il mondiale. Manca appena un giro e mezzo alla conclusione, sono andati in moto? Poco male, così non rischio di fare tardi. Rischio però che Ale sia sempre a letto e che non sia pronto, come concordato, 15' dopo al fine del mondiale.

Infatti è così, sicchè vado da solo. Dieci minuti di riscaldamento, poi inizio il programma: 4' di corsa e 5' camminando per 6 volte. Le prime 3 serie in leggera salita e le altre 3 in leggera discesa, questo è il terreno migliore che passa il convento. 
Battiti a livelli astronomici, almeno 20 più degli altri giorni. Sicuramente è la mezza frescata che ho preso, già da sabato sera non stavo benissimo, stamattina uguale, ma la Maratona non permette intoppi del genere. Sicchè tutto come da programma, ovviamente concedendomi di allenarmi su FC superiori alla norma, visto che nella norma oggi non ero.

In cima a via delle pinete, mentre iniziavo a tornare indietro incontro Ale che terminava di "salire". Ritorniamo verso casa ognuno facendo il suo. Nell'ultimo tratto io cammianndo e lui correndomi a cerchio intorno, così potevamo parlare.
Arrivato a casa le gambe erano senza dubbio un po' idolenzite e "incatramate", normale. Per questo però c'è Santa Bici. Veloce cambio e siamo (di nuovo io e Ale) in sella. 26 km in agilità, il solito giro brevettato. 

Stavolta a casa ci arrivo molto meglio, mi sento senza dubbio meno dolente. Addirittura la banda nella strada è scesa a festeggiare, o perlomeno mi illudo che sia così. 

Sensazioni alla fine della giornata senza dubbio positive. Le gambe stanno bene, non resta che valutare bene la situazione domani e proseguire nel modo giusto l'avvicinamento. Mancano 11 settimane. Una se n'è già andata.

venerdì 1 ottobre 2010

Livello 1 modificato, sterrato e un po' di acqua

Praticamente di tutto, anche una belal crisi! Si, forse oggi era meglio se non uscivo, mi sono fatto trasportare dalla voglia di fare. verò è che deve essere un piacere, ma devo essere molto scientifico per evitare di mandare all'aria tutto.

In poche parole: tempo incerto, gambe incerte, voglia tanta. Allora esco, tanto faccio poco. Dieci minuti camminando verso il padue, oggi sterrato. Passatiq uesti inizio a correre. Un minuto e poi un altro camminando, otto volte, di più è seriamente da evitare. Penso che il programma del fine settimana sia un po' da modificare, meglio un po' di deallenamento che insistere ogni giorno. Così domani niente di niente, studio e lavoretti a casa, lo sport si rimanda a domenica.

Le gambe avranno modo di digerire bene i vari doloretti e il corpo beneficierà di un sano giorno di riposo. Domenica mattian invece, dopo il mondiale, passaggio al livello 3. A seguire, appena tornato, uscita defaticante in bici.

Keep the faith

giovedì 30 settembre 2010

Tornare a pedalare, e al mondo...

Non che siano passati secoli e nemmeno che mi sia mancata molto. La voglia di pedalare è bassina, soprattutto quando devo fare il mio ultracollaudato giro di 26 km per sciogliere le gambe. Il giorno dopo una gara, il giorno prima, usato quando le gambe lo richiedevano, adesso funge per altri motivi. Sciogliere le gambe, come un massaggio della miglior specie e rimetterle al mondo dai traumi della corsa.

È stata un'oretta fresca, di primo mattino, mi ci voleva. Nonostante la voglia in partenza fosse poca, nel durante me la sono proprio goduta. Se non altro perchè non avevo dolori da stare a sentire. 
Cosa non secondaria: la botta è arrivata. Da tempo nell'aria, avevo fatto tutto il possibile per rimandarla a dopo la gara di Domenica, continuando a stimolare il fisico con allenamenti brevi, facilitando il recupero. Come previsto poerò, sono bastati appena 3 giorni lontano dalla sella e il calo, vertiginoso è arrivato. Girata brevissima è vero, ma so riconoscere bene quello che le sensazioni mi dicono. Se poi anche il cardio mi dice che, nonostante l'andatura turistica, spesso ero vicino al medio, allora vado sul sicuro.

Bene così. La risalita, su un'ascesa diversa però stavolta, può avere inizio.

mercoledì 29 settembre 2010

Iniziare a correre, livello 2: Tiro alla fune

Basta stare attenti che la fune non si rompa. La fune sono i muscoli di nome imprecisato che tirano e fanno male appena inizio a camminare. Figuratevi a correre.

Dopo il riposo di ieri oggo dovevo correre per forza, così sono passato al secondo livello. Anche stavolta a livello di fatica percepita sono a livello poltrona e popcorn, ma a livello di dolore alle gambe siamo a livello di fisioterapia. Niente di esagerato, appena 12' minuti di corsa intervallata da minuti di cammino. Prima e dopo 10' di camminata tranquilla. Nei minuti di corsa lavoro a fondo lento, costruisco la base e faccio riposare il corpo, che ne ha bisogno. Praticamente per adesso, rispetto agli allenamenti in bici fatti fino alla settimana scorsa, sono a riposo.

Come sempre le risposte più importanti a livello muscolare saranno quelle di domattina. Secondo come ci sta di prendere la bici e fare un giretto defaticante. Nel fine settimana non mi dispiacerebbe arrivare a 20' di corsa totale, più una girata tranquillissima in bici.

Cronoscalata di Sommocolonia, articolo da Idearun.it

Successo per la cronoscalata Ponte di Catagnana - Sommocolonia26-09-2010 - Correre in Toscana e Circuiti

 Si è disputata domenica 26 settembre la 2^ edizione della cronoscalata Ponte di Catagnana- Sommocolonia di 4 km. Quest´anno la gara, organizzata dall´associazione sportiva Val di Lago con il patrocinio del comune di Barga e con il supporto tecnico del g.p. Parco Alpi Apuane, ha cambiato percorso e formula rispetto all´edizione dello scorso anno. La gara podistica è stata affiancata da una gara ciclistica, valida come ultima prova del CAMPIONATO DI CRONOSCALATE IN MEDIAVALLE E GARFAGNANA e ben 70 atleti provenienti da tutta la regione si sono sfidati su questa impegnativa salita.


L´ha spuntata nella classifica maschile podistica il forte portacolori del G.P. Parco Alpi Apuane Marco Baldini in 18´39" che ha avuto la meglio sui compagni di squadra Graziano Poli suo un buon 20´02" e su Massimo Igliori che ha chiuso in 20´03".

Al femminile Paola Lazzini del G.s. Lammari che si conferma la donna da battere in salita ha vinto in 24´38" precedendo Francesca Andreotti della Silvano Fedi di Pistoia e la pistoiese Maria Grazia Mazzanti.
Claudio Simi del g.p. Parco Alpi Apuane trionfa nei veterani come Ferdinando Bertacca degli Amici della marcia di Massarosa negli argento. Entusiasmante la competizione ciclistica con ben 7 categorie in gara. Nell´ordine si impongono nella categoria A1 Fabio Botrini, nella cat.A2 Alessandro Giannotti, nella categoria A3 Enrico Bartolozzi, nella categoria A4 Bruno Scotti, nella categoria A5 Mauro Perfetti, nella categoria A6 Francesco Simoncini, nelle donne la forte Claudia Bertoncini ha la meglio su Elena Jaccheri. La gara ha poi stabilito il podio delle 12 categorie del Campionato di Cronoscalate iniziato a Luglio a Cascio e poi proseguito in Agosto a Fosciandora e in settembre a Filecchio.

CICLISTI:
CATEGORIA A1 : Fabio Botrini p.67-Luigi Toni p. 59-Sandro Bentivoglio p. 59
CATEGORIA A2: Alessandro Giannotti p.64-Emanuele Traversari p. 54-Alessio Guazzini p.36
CATEGORIA A3.Enrico Bartolozzi p. 69 -Roberto Lunardi p. 53-Alessandro D´Alfonso p.35
CATEGORIA A4 : Giuseppe Baronti p.63-Bruno Scotti p.60-Dino Berlingacci p. 39
CATEGORIA A5: Mauro Perfetti p. 75 - Federico Marchetti p.57 - Giancarlo Romanelli p. 49
CATEGORIA A6: Francesco Simoncini p. 60 - Giuseppe Nardini p. 55 - Mario Guastalli p. 48
CATEGORIA FEMMINILE : Claudia Bertoncini p. 60 - Elena Jaccheri p. 51
PODISTI:
ASSOLUTI MASCHILE : Alex Consigli p. 45 - Marco Barbi p. 32 - Antonio Merighi p. 16
VETERANI MASCHILE: Franco Bertoncini p. 48 - Arturo Sargenti p. 36
ARGENTO MASCHILE: Ferdinando Bertacca p. 60 - Nicola Venturini p. 51 - Giuseppe Benassi p. 48
DONNE ASSOLUTE: Paola Lazzini p. 60 - Mariagrazia Mazzanti p. 41 - Elena Bertolotti p. 36
DONNE LADIES : Dalila Campioni p. 45
Le premiazioni del campionato verranno effettuate in una sera di gala presso il ristorante il BUGNO di Fornaci di Barga venerdi 15 Ottobre alla presenza degli sponsor e degli enti che hanno patrocinato l´evento.




Fonte: Graziano Poli

martedì 28 settembre 2010

Martedì: vincono le gambe

Oggi hanno vinto le gambe! Stamani mi sono svegliato senza particolari dolori, bene, ho pensato. Non sono andato a corerre peorò, avevo da fare le analisi che poi non ho fatto a causa dei problemi all'italiana.
La mattinata passata a scorrazzare fra la soprintendenza e l'università, oltre che a mettere km nelle gambe, mi ha anche fatto uscire i dolori da adattamento.
Troppo facile partire subito bene! Allora per oggi ho preferito riposare, domani però il livello 2 è d'obbligo!

A leggere qua e là mi innervosisco di sentire gente che dopo millemila anni di solo ciclismo, si mette a correre mezz'ora e il giorno dopo stà bene... ma perchè devo essere sempre diverso? Mah... La voglia di fare è tanta, speriamo che l'adattamento non sia più lungo del previsto

lunedì 27 settembre 2010

Iniziare a correre, livello 1: Palo della Luce

Mancano esattamente 83 giorni alla maratona di Pisa, a pensarci mi pare che siano un po' troppo pochi. Quindi meglio non pensarci e concentrarsi sull'obbiettivo. Già perchè è un obbiettivo mica da poco. È circa un anno e mezzo che non corro. Più o meno 22 anni che non lo faccio seriamente, ma non mi preoccupo. È solo una questione di adattamento. Gli sforzi intensi e prolungati sono il mio pane, il mi fisico li sopporta bene. Tutto stà nel convincere i muscoli a cambiare i loro costumi per circa tre mesi. 

Condizionamento e cautela, queste sono le uniche due regole che mi pongo per iniziare. 
Condizionamento per convincere, con calma e con le buone maniere, i muscoli a cambiare atteggiamento verso uno sport così traumatico come la corsa (rispetto alla bici). In poche parole: alzarsi la mattina dopo un allenamento ed essere in grado di scendere le scale senza bestemmiare.
Cautela, nell'intensità per concedere un po' di tregua al corpo dopo una stagione ciclistica intensa, e nel gesto per evitare infortuni. Troppo poco il tempo di avvicinamento per subire uno stop.

Quindi oggi, dopo pranzo, sprezzante del pericolo dei dolori di milza, ho fatto il primo allenamento di corsa. Livello 1: palo della luce. Ovvero 2 minuti camminando e 1 di corsa per 8 volte, roba seria eh. A livello di fatica mi sembrava di non fare assolutamente niente. A livello di elasticità delle gambe, appunto, palo della luce. Quindi solo 8' di corsa in totale, ma è giusto iniziare così. Vediamo un po' domani mattina come stanno le gambe. A quel punto valuterò se riproporre il livello 1 oppure passare al 2.

Considerazioni finali: il rumore dei passi cadenzati sull'asfalto è un'emozione che mancava da tempo. Avremo modo di diventare amiconi prossimamente. E perchè no? Anche di litigare un po'.

domenica 26 settembre 2010

Cronoscalata di Sommocolonia

Cronoscalata di Sommocolonia: ultima delle 4 prove del campionato di cronoscalate della mediavalle Garfagnana. In palio tutto, secondo in classifica generale, mi gioco il tutto per tutto. L'obbiettivo, senza mezzi termini è fare bottino pieno, vincendo la gara e quindi anche il campionato. Ecco il racconto


Maglia a maniche corte, maglia della tuta e giacchetto di jeans… cavolo se inizia a fare fresco. Il sole si deve ancora svegliare, in giro non c’è nessuno e il viaggio verso Sommocolonia va via liscio e molto veloce. These days in sottofondo. Abbondantemente sopra i limiti, mi ritrovo con un po’ di anticipo nei pressi della zona x. Benedetto anticipo… l’iscrizione è in un paesino dove si arriva con una strada degna dello Zoncolan come durezza, ma larga quanto basta per una macchina. Parcheggio in un campo con manovre da brevetto e mi iscrivo. È presto, che faccio mi iscrivo o no? Massì, mi iscrivo. Poi tento di andare in cima all’arrivo, dove c’è tutta la logistica del postgara… ma perché non fare direttamente tutto lassù?

Ci arrivo dopo aver imboccato due strade a fondo chiuso che pensavo riportassero sulla via che dovevo prendere. Alla fine rinuncio e opto per la strada principale, così mi faccio un’idea della salita. A parte che siamo nel versante est delle montagne e il sole si farà attendere un po’, a parte che la strada è tutta all’ombra, a parte che in cima siamo oltre i 700 m e fa un freddo incredibile, la salita è esigente. Partenza e subito strappo, poi falsopiano, cyrve, risale e diventa dura. All’ultimo km spiana, poi risale, ultimi 500 metri da fare in volata. Recepito.

Mi preparo e scendo… madonna che freddo… nemmeno un metro al sole. Arrivo giù a Ponte di Catagnana e mi dirigo verso Barga, meglio scendere da Loppia che dovrebbe essere al sole. Infatti è così. Poi Fornaci e quindi risalgo Barga da Mologno, senza forzare troppo, le gambe sono decisamente legnose. Una volta in cima ritorno alla partenza, c’è il foglio con l’orario delle partenze. Il cellulare segna le 9.31, il foglio dice che il mio turno sarà alle 10.41… cazzo! Un ora e dieci?? Allora meglio mettersi subito in marcia per un bel riscaldamento. Se rimango qui il tempo non passerà mai.

Infatti mi programmo un giretto bellino, ma il tempo passa troppo, troppo velocemente! Vado a Castelnuovo, salgo Monteperpoli, scendo a Gallicano e nel cercare di abbreviare la strada mi ritrova ad allungarla. A questo punto, guardando l’ora, sono ufficialmente in ritardo, con Barga ancora da salire! Niente da fare, nessuna altrenativa: devo tirarla un po! Cerco di non uccidermi, ma sono sempre vicino alla soglia, credo. Il cardio, così come tutto il resto, è a casa. Intanto arrivo in cima, di frettissima verso Ponte di Catagnana, eccomi. Due minuti alla partenza, disgraziato… appena in tempo.

Quei due minuti sono tutto e niente, non passano mai e ripasso tutto quel che devo sapere. Lo chiamo doping mentale, una serie di pensieri, autoconvincimenti, autoillusioni ai limiti dell’estremo. L’estremo da chiedere al mio corpo, stanco e provato dalla stagione. Impossibile scrivere, dare un’idea dell’azione che faccio sulla mente prima di una crono. Soprattutto questa dove mi gioco tutto, vai Fabio.

E parto. I primi 200 metri sono impegnativi, a tutta, tanto poi spiana. Poi spiana e mi butto a kamikaze nella s in semidiscesa, a tutta. Moltiplica garnde, poi piccola perché ritorna dura, e poi ancora facile. Passa un km, tornante verso sinistra e inizia la parte più impegnativa. A tutta, non ci sono mezze misure, giocati tutto, è l’unico modo. E ogni curva l’impressione è di scoppiare, ogni metro pare sia l’ultimo prima della botta. Doping psicologico, ancora, va avanti. Tempo e distanze non pervenuti, in trance.

Ultimo km, sto scoppiando davvero, am so che spiana. Calo di quel millesimo che serve per non fare la botta definitiva. Metto il 53, il cuore cala, le gambe scoppiano ma è secondario. Poi ritorna dura, metto il 39, come preparare la volata dietro l’ultimo tornante, che arriva e chiede l’ultimo respiro. Ancora, e definitivamente, il 53. Mi alzo e quasi scatto, nergie che non si sa da dove arrivino, volata lunghissima. Striscione, fine.

Chiedo il tempo due volte, e due volte me lo scordo. Incontro uno dei ragazzi con i quali mi gioco il campionato, parliamo fitto, mi dice il suo tempo. Del mio un’idea ce l’ho, ma non sono sicuro e me lo tengo per me. Fino alla premiazione nel dubbio. Lo speaker mi annuncia come il vincitore. Doppio colpo: cronoscalata di oggi e Campionato. La stagione può veramente chiudersi adesso. L’avventura della maratona può iniziare.

sabato 25 settembre 2010

Sgambata pregara con zio

Già dal risveglio gambe indolenzitissime. Riposo o sgambata? Meglio muovere le gambe va... sicchè chiamo zio, che ha iniziato dall'estate ad andare in bici e gli propongo una girata.
Si parte alle 2 andiamo a fare Montecarlo. Ovviamente essendo alle prime armi la fatica in salita si fa sentire, ma arriviamo tranquillamente in cima. Allora gli chiedo se ha voglia di fare una salita un pochino più lunga, più impegnativa... Dice che ci prova, al max si ferma... Allora via verso San Gennaro! Anche qui arriviamo in cima senza particolari problemi!
Discesa su Pescia e poi ultima salita, la più facile: Uzzano! Qui non ha davvero nessun problema, a confronto è una passeggiata...
Il ritorno verso casa poi procede senza assilli, con un po' di vento contro...
Alla fine circa 55 km... io un po' meglio della partenza, ma le gambe fanno sempre un po' male (che poi chisà perchè..???)... e poi le solite noie da seduta, possibile patire sempre in questo modo? Urgono provvedimenti...

Domani si chiude con le gare... sarà la più importante, peccato che la forma sia in vertiginoso calo... come sempre però A TUTTA!!

Cicloturistica della Rotta... racconto di Ale!!

Al solito cicloturistica con il coltello tra i denti, da queste parti non si trova pace nemmeno facendo una pedalata in solitaria

L'anno scorso fu emozionante: annullato il percorso lungo, su quello corto andature da pro. Sulla prima salita sfida infinita tra plata ed il gringo (per la privacy non sveliamo il suo vero nome, basti sapere che lui non si iscrive alle manifestazioni, salta sulla carrozza a giro iniziato), un personaggio la cui voglia di competere è tale che l'anno passato, sempre a questa cicloturistica, rimasti in pochi nel gruppo di testa si permise di insultarmi perchè non davo cambi a lui ed altri che menavano a 50

Quest'anno, per evitare i rischi di una partenza sprint, decidiamo di avvantaggiarci di 15' circa. Purtoppo per noi il gringo ci aspetta ad una rotonda, e come ci vede si incolla alle nostre ruote.
Un gruppetto che ci passa lo distoglie dall'attenzione verso plata, così anche noi ci accodiamo in fondo.

Ma il gringo è furbo, e non ci mette molto a capire (voltandosi ripetutamente) che io e Fabietto non lo lasceremo libero di rompere i maroni a poveri cicloturisti capitati lì per caso.

Nei km che anticipano la salita invoglio plata a fare un ritmo indiavolato, lui per tutta risposta mi sorride e va a piantarsi a ruota del gringo.

Inizia la salita, ed inizia anche il temporale: non si riesce ad alzarsi sui pedali (altri per la pioggia, io per la panza) che le ruote scivolano.
Fabio prende subito il largo, il gringo è sorpreso e dopo poche centinaia di metri rinuncia all'inseguimento.
Inseguimento che invece io non mollo, facendo tutta la salita dietro ad un signore che non conosceva il termine "andatura regolare", lasciandoci alcuni dei pochi anni rimastimi (ma si dice così?).

plata intanto in testa solitario fa il bel tempo (il cattivo tempo già ce l'avevamo e non sembra il caso di tornare a menzionarlo), poi sulla discesa seguente ci ricongiungiamo e ci diciamo di aspettare gli altri.

Macchè: l'animo guerriero del gringo lo spinge a tirare, ed a invocare cambi regolari. Rivedo passarmi accanto l'immagine di lui che mi offende, quindi anticipo la mossa e lo affianco, rinfacciandogli il tutto. Il simpaticone se la ride, poi torna a tirare. Vabbè.

Sulla seconda salita, complice la mia crisi tanto preventivata (se non ci si allena, non si va da nessuna parte ) quanto sorprendentemente potente, il gruppo si spezza. Il gringo viene sverniciato ancora da plata, quindi in cima decide che per oggi ha subito abbastanza e si allontana a capo chino. plata mi aspetta e ripartiamo.

Da 3 diveniamo 5, complice un mio stop eccessivo al banco del ristoro, e da 5 diveniamo 2 quando la mia posteriore si affloscia, a causa dei ripetuti traumi subiti. Traumi dovuti alla fantastica idea dell'organizzazione di farci passare non da strade normali, ma da un sentiero che si concludeva con un guado (non un ponte, un guado!) di epoca preetrusca, a giudicare dalle iscrizioni rupestri nelle rocce.

Il resto del racconto è censurabile per la solitudine che ci attanaglia da quel momento fino all'arrivo, dove ci rimpinziamo perbenino.