sabato 23 ottobre 2010

PREMIAZIONI DEL CAMPIONATO MEDIA VALLE – GARFAGNANA DI CRONOSCALATE



Venerdì 15 ottobre, presso il Ristorante “Il Bugno” di Fornaci di Barga, durante una bella serata conviviale, si sono svolte le premiazioni del “1° Campionato Media Valle – Garfagnana Cronoscalate”. Gli atleti premiati, i primi tre di ogni categoria, sono stati ospiti degli organizzatori di questa bella iniziativa che ha coinvolto diverse realtà del nostro territorio, e che ha visto ciclisti e podisti correre a cronometro sullo stesso percorso.
Quattro sono state infatti le manifestazioni in calendario: la prima, in un lontano sabato caldissimo del mese di luglio, ha visto impegnati gli atleti lungo la salita di Monteperpoli, nella classica cronoscalata organizzata dal “ASR Cascio”. Il campionato ha fatto poi tappa il 29 agosto nel Comune di Fosciandora, con la “Ponte di Ceserana-Lupinaia” organizzata dal “Gruppo Podistico Parco Alpi Apuane” e dal Comune di Fosciandora; terza prova organizzata a Filecchio l'11 settembre in occasione della “Sagra della Polenta e Uccelli”, sulla micidiale salita che dalla Piazza del Paese conduce a Tiglio Alto, e la prova conclusiva, la “Ponte di Catagnana-Sommocolonia Via Buffalo” organizzata il 26 settembre dal “Gruppo Sportivo Val di Lago”. Le ultime due manifestazioni hanno avuto il sostegno del Comune di Barga, mentre su tutte il patrocinio delle due Comunità Montane (Media Valle e Garfagnana).
La serata conclusiva è scorsa in un clima di festa che ha coinvolto atleti ed accompagnatori, e lo speaker - podista Graziano Poli ha sottolineato la riuscita dell'iniziativa, ed annunciato per il prossimo anno una manifestazione in più nella zona delle cave di marmo delle Apuane. Premiati, come detto, gli atleti delle varie categorie che hanno partecipato ad almeno tre delle quattro cronoscalate in programma, ed ottenuto il maggiore punteggio.

Questi i premiati per il ciclismo:
Categoria A/1: 1° Fabio Botrini, 2° Luigi Toni, 3° Sandro Bentivoglio.
Categoria A/2: 1° Alessandro Giannotti, 2° Emanuele Traversari, 3° Alessio Guazzini.
Categoria A/3: 1° Enrico Bartolozzi, 2° Roberto Lunardi, 3° Alessandro D’Alfonso.
Categoria A/4: 1° Giuseppe Baronti, 2° Bruno Scotti, 3° Dino Berlingacci.
Categoria A/5: 1° Mauro Perfetti, 2° Federico Marchetti, 3° Giancarlo Romanelli.
Categoria A/6: 1° Francesco Simoncini, 2° Giuseppe Nardini, 3° Mario Guastalli.
Categoria unica femminile: 1° Claudia Bertoncini, 2° Elena Jaccheri.

E questi invece i podisti:
Assoluti: 1° Alex Consigli, 2° Marco Barbi, 3° Antonio Merrighi.
Veterani: 1° Franco Bertoncini, 2° Arturo Sargenti.
Argento: 1° Ferdinando Bertacca, 2° Nicola Venturini, 3° Giuseppe Benassi.
Donne: 1° Paola Lazzini, 2° Mariagrazia Mazzanti, 3° Elena Bertolotti.
Ladies: 1° Dalida Campioni.

Appuntamento, sempre sul nostro territorio, con il “2° Biathlon Challenge di Natale” l'ormai classica staffetta a cambio alternato ciclista-podista, che quest'anno vedrà impegnati gli atleti a Castelvecchio Pascoli il 20 novembre, a Molazzana il 4 dicembre, ed a Filecchio il 18 dicembre.

PS: si ringrazia FULGUR per il contributo 

martedì 19 ottobre 2010

Ricominciamo

Dopo lo stop obbligato per non far degenerare il dolore al ginocchio, oggi ho fatto una corsetta lentissima di 1 km. La gamba battuta non se la passava affatto bene, faceva male e non riuscivo a spingere per nulla. Nessuna risposta dal ginocchio, altri dolori in primo piano e un tempo così breve non possono certo dare dei segnali da prendere per buoni.

Per ora va bene così, giovedì si guarda se avrò smaltito un po' di più la botta. Intanto, fortunatamente, l'ultima ferita si è chiusa e finalmente inizia a guarire come si deve.

sabato 16 ottobre 2010

Prima girata in MTB: inizio col botto!

L'ultima volta che ho preso la MTB per fare un percorso da vera MTB probabilmente risale a una decina di anni fa. Fino a ora mi sono limitato a usarla per spostamenti di servizio o piccole giratine insignificanti. Oggi invece l'impegno è serioso. Sveglia alle 7.20, partenza alle 7.50. Non oso immaginare per quali improponibili strade mi porterà il mi babbo, ma confido in un po' di clemenza.

Dopo circa 1 km di strada asfaltata si entra già nel bosco. E che ingresso! Per me, così imbranato e totalmente a secco di esperienza nel settore, è subito una guerra. Il sentiero è veramente stretto e quasi scomparso, le fonde delle piante coprono la visuale e mi strusciano ovunque. Tortuosità che non lascia tempo nemmeno per respirare. Quando sbuchiamo su una strada di bosco di dimensioni decenti, mi accorgo di avere già il fiatone. 



Il fondo adesso è migliorato però, si prosegue bene. Mai parlare troppo presto però. Davanti si profila un lago che copre quasi interamente il tracciato. Il mi babbo lo prende di petto e, con qualche rischio, riesce a passare. Io invece ci rinuncio in partenza e passo di fianco, nel bosco. Troppo impegnativo per adesso, devo prenderci un po' di confidenza. Così, fra una pozzangherona e l'altra, fra un tronco caduto e la profonda ruotata di un trattore, si va avanti.

Arriva la salita, non mi illudo certo di confermare le prestazioni su strada e faccio bene. A metà salita mi sento molto poco in equilibrio e metto il piede a terra. Errore, mi tocca finirla a piedi. In cima, un falsopiano abbastanza semplice ci porta a Cerretti. Da qui prendiamo un sentiero che dovrebbe sbucare a Montefalconi. Il condizionale però è d'obbligo. Il mi babbo ha praticato per tanti anni la mtb, ma negli ultimi 10 praticamente mai e il bosco è molto cambiato.

Infatti la strada che intendeva prendere non c'è più, ne proviamo un'altra. Ripida discesa che ci porta su un altro sentiero, è quello giusto. Tempo poco e davanti appare una rampa clamorosa. Stavolta mi concentro e stò attento ai rapporti. In mezzo alla strada c'è una fossa profonda scavata dall'acqua. Stiamo sul bordo esterno, ma ci sono piante e grossi sassi, unito alle pendenze notevoli il tutto diventa difficile.Una, due, tre volte rischio di cadere, ma con attenzione rimango in piedi e riesco ad arrivare in cima vivo.
Subito dopo una ripidissima discesa. Avrei voglia di scendere a tutta, ma evito fortemente perchè non è affatto il caso. Non me lo posso permettere. 
Sbuchiamo sulla strada di Montefalconi, poi torniamo indietro verso il punto di partenza percorrendo un altro sentiero. Costeggia il torrente e negli avvallamenti è tutto allagato. Scendiamo e passiamo a piedi salendo sul ciglio per più di una volta. Fra l'altro una scarpa si attacca malissimo al pedale, è una lotta continua. Metà giro l'ho fatto con una gamba, maremma svizzera. Ma con una gamba davvero!

Terminato il sentiero, si esce di bosco e si torna sulla strada asfaltata di partenza. Il mi babbo vuole andare sul serra, sono le 9.15, è presto, ma del Serra non voglio sentir parlare. Un'altra mezzoretta per me è più che sufficiente. Andiamo così verso le Pianore passando da una strada non proprio ortodossa. Entriamo nel padule e le strade si dividono. Lui va a Ruota, io verso Orentano. Ho un solo obbiettivo: trovare la strada che porta direttamente alla Zizzi.

In cima allo strappo giro subito a destra in una poderale. Passo una casa disabitata, costeggio una vigna e mi imbatto in una zona che neanche Camp Derby. È sconsigliato il passaggio, è un concerto di fucilate. Penso che è meglio evitare e torno indietro. Poi tento la sorte prendendo un sentiero più anonimo che mai. Dopo varie vicessitudini, curve e controcurve mi ritrovo al limite della piana. Poco più avanti una strada risale, forse ho fatto bene!

Invece ho sbagliato, la via è quella della Fonte del Sasso. Poco male, ci arrivo anche di qui. Passo la salite ababstanza impegnativa e una volta arrivato nel falsopiano inserisco il rapporto massimo, voglio forzare. Vado a tutta fino al bivio ai NArdi, quindi prendo la conosciutissima strada che in gioventù ho fatto decine e decine di volte. Spingo ancora al max quando arriva il punto in cui devo girare, una strada che si inserisce a sinistra. Posti così familiari.
Faccio la curva piuttosto forte, e bene. Nessun problema. Passano 5 metri e....

Vedo il cielo. Mi ritrovo steso in terra come un cretino. Non ho la minima idea di come abbia fatto. Mi è andata via la bici a curva finita, verso l'interno, non si spiega. Devo aver trovato di sicuro qualcosa. Mi rialzo immediatamente, o meglio, ci provo. La gamba destra è quasi insensibile alle mie volontà. Metto tutto il peso sull'altra e mi alzo. In piedi ci stò, quindi niente di rotto per fortuna. Maglia e pantaloncini a parte. Sistemo la sella e riparto.

Subito dopo una discesa ripida. Spero che la caduta non mi abbia annebbiato troppo, ma la supero bene. Da lì, per arrivare a casa è un gioco da ragazzi. Inizio a vedere gocce di sangue sgorgare dal ginocchio, mi colano per tutta la gamba. I pantaloncini sono appena bucati sul fianco, all'altezza dell'anca. Non lasciano vedere niente, se non una macchia rossa che si allarga.

La girata finisce. Prima di tutto lavo la bici, il fango fresco si lava bene. E poi posso andare felicemente a vedere le ferite. Nulla di che. La prossima settimana si va alla scoperta di altre strade.

martedì 12 ottobre 2010

Stop! Il ginocchio reclama

Dopo l'allenamento di ieri è ufficiale: un ginocchio fa male Il sinistro, sotto la rotula, pare si tratti di tendine rotuleo. Non ci voleva proprio, soprattutto così presto. Pensavo che i dolori arrivassero più in là ma evidentemente è chiaro che per quanto muscolarmente recuperi molto bene in una sola notte, così non è per il resto.

Uno stop di qualche giorno ci vuole, per evitare che il problema dilaghi. Per il resto, per il futuro, le domande che ora sorgono sono tante. Meglio aspettare prima di dare risposte definitive.

lunedì 11 ottobre 2010

Terza settimana, si comincia!

Prima di parlare del running faccio un passo indietro, a ieri, domenica.

In programma c'era solo di riposarmi. Però poi la mi sorella mi ha chiesto se la accompagnavo a fare qualcosa, visto che per 3 giorni non aveva allenamenti e ferma del tutto non voleva stare. Allora le ho chiesto se le andava un girata in MTB, e mi ah detto che andava bene. Quindi ho messo a posto il mio rudere e dato una sistemata alla sua bici, più nuova della mia e sicuramente meglio. Entrambe MTB da corsa, la mia ha una ventina d'anni, la sua una decina: eridità paterne.

Partiamo su asfalto, poi ci infiliamo nella prima bellissima sterrata. Uno stradone largo e tenuto benissimo verso "Le Pianore". Da qui scendiamo nel padule e dopo poco risaliamo verso Orentano. poco prima di entrarvi però, svoltiamo a destra in una strada di campagna che dopo poco diventa un po' bruttina, con pietroni e fosse profonde in mezzo. Superiamo a piedi un pezzo non troppo impegnativo, ma d'altrond eera inutile rischiare per nulla: per le fra una settimana inizia il campionato di serie C di pallavolo, per me è meglio non sparare sulla croce rossa.

Fra l'altro la mia bici è un inno al rischio. La catena salta in continuazione e non è difficile che sulle salitelle prenda delle fragorose botte su una parte anatomica molto delicata. Senza contare che i freni funzionano solo se azionati almeno dieci secondi prima della necessità.
Comunque non siamo a fare le gare e va bene. Poco dopo entriamo su una strada dove già una volta passai con Sara. Da qui è facile, la seguiamo e dopo essere ritornati sulla via asfaltata ci ributtiamo subito nel bosco. 

Prima di sbucare su un'altra e più importante arteria, ci imbattiamo in un tratto dove erano stati stesi a terra volutamente dei tralci di rovi. Bastardi. Penso che è meglio non rischiare di rimanere a piedi e passiamo adagi camminando.

Poi inizia il bello. Ci addentriamo in un viottolo sconosciuto che ben presti si rivelerà una fregatura. Strada completamente allagata, e condizioni sempre più brutte fino a un bivio. Provo da solo la continuazione naturale della strada, ma è veramente una fangaio e avendo cuore della sorella decido che è meglio evitare. Allora svoltiamo a sinistra verso uno strappo con pendenze ampiamente superiori al 20% che superiamo a piedi. 

Arrivati in cima inizia il delirio. Strada che probabilmente è abbandonata da anni, passiamo a fatica fra la vegetazione e i tronchi di pino caduti a terra. Sempre più brutta, arriviamo a un tratto dove tutto si trasformava quasi in bosco. A quel punto inutile tentare di seguire l'antico sentiero, tagliamo nel bosco fitto tentando di raggiungere la strada asfaltata che in teoria era in quella direzione. Facciamo bene infatti: dopo essere finiti in aperti campi ormai ababndonati, ci infiliamo per un viottolo anch'esso lasciato in balia del bosco e arriviamo a un'abitazione. Discesa, risalita e siamo sull'asfaltata.

Arriviamo in fondo alla valletta, risaliamo e tentiamoa ncora una volta di tornare a casa per strade sconosciute. L'ultimo tentativo è una bella strada che dopo una ripida discesa ci porta direttamente in una fresca valle dove per miracolo non cado in terra, infilandomi in una fossa modello sabbie mobili. Passiamo dentro ad un ruscello lavando un po' le bici con acqua corrente e, preso atto che sis tava trasformando nella solita fangaia, torniamo indietro e passiamo dalla strada normale.

Alla fine quasi due ore, km pochi, divertimento parecchio.


Ed ecco, a questo punto brevemente, il momento di parlare di corsa. Stamattina dopo i 9 km di sabato ho calato un po'. 6 km come venivano, senza stare a controllarmi. Anche oggi mi sono spostato in macchina, di pochissimo però, raggiungendo lo stradone sterrato delle Pianore. 1.5 km di lunghezza, fatto 4 volte. Non è pianeggiante ma sempre in lieve pendenza, salita o discesa si alternano al giro di boa. Media di 5'38'' a km, mi accontento.

Domani riposo, mentre mercoledì in programma 9-10 km. Se il meteo si conferma saranno molto bagnati.

Keep the faith

sabato 9 ottobre 2010

Uscite di giovedì e sabato

Stavo già perdendo l'assiduità nello scrivere, ma visto tutto il tempo che passo a scrivere per obbiettivi più seri, la voglia di rimanere alla tastiera latita un po'! Comunque, passiamo in rassegna le ultime due uscite

GIOVEDI': uscita "casalinga", correndo sulla sterrata del padule qui sotto casa. Partenza all'alba, frescolino e una leggera nebbia che rendeva tutto magnifico. Non ho grandi intenzioni agonistiche, dopo i 6 km di martedì è meglio non sovraccaricare troppo le gambe e per quanto possibile dargli il tempo di digerire il lavoro. 
Dopo mille domande, finalmente sono riuscito ad avere delle risposte sul ritmo da tenere. Mi fido di Euge e Giovagiov, niente cardio e via con le sensazioni. Fra l'altro avverto un leggerissimo fastidio al tendine rotuleo del ginocchio sinistro. Anche in bici alle volte si faceva sentire, speriamo che se ne vada così come è venuto, come succedeva con la bici.

Insomma, dieci minuti di riscaldamento e poi prima serie da 10' a corsa. Poi 4' di camminata e quindi la stessa sequenza per altre 3 volte. In totale 30' di corsa. Per quel che vale alla media di 5'33''/km. Alla fine guardando il cardio ho visto che ero piuttosto altino, ma sinceramente non è che me ne rendessi molto conto. 

Il giorno dopo, venerdì, gambe in ottima forma senza dolori (sensazione negativa al tendine esclusa). Giornata di ghiaccio a volontà, nella speranza di bloccare subito la situazione e che sia soltanto un doloretto d'adattamento.


SABATO: l'uscita di stamani. Ale alle 9 è puntuale a casa mia, sono io che sono un pochino in ritardo! Raggiungiamo in macchina il percorso di giornata, a San Romano, lungo la ferrovia. Dovrebbe essere un tracciato quasi completamente sterrato, in realtà si rivelerà asfaltato per buona parte.

Dopo dieci minuti di riscaldamento iniziamo a correre. Sono 9 i km in programma, sicchè la partenza è molto tranquilla. È Ale a fare il ritmo, lo seguo (a debita distanza però, il suo cardio capta anche la mia fascia). Io, a proposito, guardo il cardio la prima volta solo a metà percorso, quando invertiamo la marcia e torniamo indietro. Sono esattamente al medio, benone. 

Ale abbandona la maglia della tuta in un fosso, è caldo! Poco dopo il vento aumenterà d'intensità incredibilmente e maledirà la scelta fatta.

Durante il ritorno, complice anche il forte vento contrario, guardo più volte il cardio perchè c'è la paura di esagerare e non arrivare alal fine dei 9 km correndo. Invece nonostante tutto, riesco sempre a stare sui battiti giusti e a portare a termine il percorso prefissato. Gambe particolarmente stanche (già dall'inizio), ma la media di 5'52''/km mi soddisfa in pieno. Rispetto ai 6'10'' di martedì, con la stessa fatica e con 3 km in più, non può che essere positivo.
Non resta che continuare a sperare nel ginocchio e andare avanti. Keep the faith.

martedì 5 ottobre 2010

6 uno scarso: la mania malsana di voler prendere il tempo

Prima volta che mi viene da pensare: chi me l'ha fatto fare?

Mattinata da dividere a metà, fra soddisfazione e delusione.
La soddisfazione è data dal fatto di essere riuscito a percorrere 6 km di fila senza pause, senza momenti di cammino. Anzi, terminato il tratto misurato ho continuato per altri 600 m, arrivando fino alla conclusione naturale della strada in questione. A seguire breve camminata di scarico dove le gambe non stavano troppo bene, ma nemmeno malissimo.
La delusione inizia con il non essere riuscito a mantenere una FC inferiore al fondo medio. Un allenamento che sicuramente servirà, questo, ma almeno adesso è bene costruire la base sulla corsa lenta.
Dettoq uesto, la delusione si fa grande quando leggo il tempo impiegati per questi 6 km: 37 minuti. Un'enormità. un muro contro il quale sono andato a sbattere, le mie speranze insieme. Certo, posso dire di essere alla prima vera uscita (quinta in assoluto), che fino a 9 giorni fa ero bicidipendente e non correvo da un anno e mezzo, che alla fin fine non ho mai corso davvero, che questo e che quell'altro... ma troppo rimane.

Ad ogni modo si va avanti, e devo prendere il buono che c'è, cioè di aver fatto questi 6 km di fila. Sicuramente di qui a Pisa posso migliorare, è matematico. ed è anche importante, al tempo stesso, capire la dimensione contro la quale mi devo confrontare. Sicuramente non sarà una lotta per il tempo, non sarà una passeggiata un po' più lunga. Sarà una lotta di sopravvivenza dove il bersaglio, sotto il fuoco nemico, sarò io.


Conclusione: qualche piccolo particolare e aggiunte varie.
Stamattina un tratto del percorso era completamente allagato e ho sguazzato in diversi centrimeti d'acqua, con camion che passavano accanto sollevando tsunami.
Dopo aver corso, 16 km di bici a sciogliere. Ne farei volentieri a meno però, avrei bisogno di lasciarla in cantina ad oltranza, però serve alla grande e questo sforzo lo devo fare.

domenica 3 ottobre 2010

Prima domenica di Duathlon

Con moderazione, proseguo così. Sveglia naturale alle 7, mi alzo per vedere il mondiale. Manca appena un giro e mezzo alla conclusione, sono andati in moto? Poco male, così non rischio di fare tardi. Rischio però che Ale sia sempre a letto e che non sia pronto, come concordato, 15' dopo al fine del mondiale.

Infatti è così, sicchè vado da solo. Dieci minuti di riscaldamento, poi inizio il programma: 4' di corsa e 5' camminando per 6 volte. Le prime 3 serie in leggera salita e le altre 3 in leggera discesa, questo è il terreno migliore che passa il convento. 
Battiti a livelli astronomici, almeno 20 più degli altri giorni. Sicuramente è la mezza frescata che ho preso, già da sabato sera non stavo benissimo, stamattina uguale, ma la Maratona non permette intoppi del genere. Sicchè tutto come da programma, ovviamente concedendomi di allenarmi su FC superiori alla norma, visto che nella norma oggi non ero.

In cima a via delle pinete, mentre iniziavo a tornare indietro incontro Ale che terminava di "salire". Ritorniamo verso casa ognuno facendo il suo. Nell'ultimo tratto io cammianndo e lui correndomi a cerchio intorno, così potevamo parlare.
Arrivato a casa le gambe erano senza dubbio un po' idolenzite e "incatramate", normale. Per questo però c'è Santa Bici. Veloce cambio e siamo (di nuovo io e Ale) in sella. 26 km in agilità, il solito giro brevettato. 

Stavolta a casa ci arrivo molto meglio, mi sento senza dubbio meno dolente. Addirittura la banda nella strada è scesa a festeggiare, o perlomeno mi illudo che sia così. 

Sensazioni alla fine della giornata senza dubbio positive. Le gambe stanno bene, non resta che valutare bene la situazione domani e proseguire nel modo giusto l'avvicinamento. Mancano 11 settimane. Una se n'è già andata.

venerdì 1 ottobre 2010

Livello 1 modificato, sterrato e un po' di acqua

Praticamente di tutto, anche una belal crisi! Si, forse oggi era meglio se non uscivo, mi sono fatto trasportare dalla voglia di fare. verò è che deve essere un piacere, ma devo essere molto scientifico per evitare di mandare all'aria tutto.

In poche parole: tempo incerto, gambe incerte, voglia tanta. Allora esco, tanto faccio poco. Dieci minuti camminando verso il padue, oggi sterrato. Passatiq uesti inizio a correre. Un minuto e poi un altro camminando, otto volte, di più è seriamente da evitare. Penso che il programma del fine settimana sia un po' da modificare, meglio un po' di deallenamento che insistere ogni giorno. Così domani niente di niente, studio e lavoretti a casa, lo sport si rimanda a domenica.

Le gambe avranno modo di digerire bene i vari doloretti e il corpo beneficierà di un sano giorno di riposo. Domenica mattian invece, dopo il mondiale, passaggio al livello 3. A seguire, appena tornato, uscita defaticante in bici.

Keep the faith