domenica 26 settembre 2010

Cronoscalata di Sommocolonia

Cronoscalata di Sommocolonia: ultima delle 4 prove del campionato di cronoscalate della mediavalle Garfagnana. In palio tutto, secondo in classifica generale, mi gioco il tutto per tutto. L'obbiettivo, senza mezzi termini è fare bottino pieno, vincendo la gara e quindi anche il campionato. Ecco il racconto


Maglia a maniche corte, maglia della tuta e giacchetto di jeans… cavolo se inizia a fare fresco. Il sole si deve ancora svegliare, in giro non c’è nessuno e il viaggio verso Sommocolonia va via liscio e molto veloce. These days in sottofondo. Abbondantemente sopra i limiti, mi ritrovo con un po’ di anticipo nei pressi della zona x. Benedetto anticipo… l’iscrizione è in un paesino dove si arriva con una strada degna dello Zoncolan come durezza, ma larga quanto basta per una macchina. Parcheggio in un campo con manovre da brevetto e mi iscrivo. È presto, che faccio mi iscrivo o no? Massì, mi iscrivo. Poi tento di andare in cima all’arrivo, dove c’è tutta la logistica del postgara… ma perché non fare direttamente tutto lassù?

Ci arrivo dopo aver imboccato due strade a fondo chiuso che pensavo riportassero sulla via che dovevo prendere. Alla fine rinuncio e opto per la strada principale, così mi faccio un’idea della salita. A parte che siamo nel versante est delle montagne e il sole si farà attendere un po’, a parte che la strada è tutta all’ombra, a parte che in cima siamo oltre i 700 m e fa un freddo incredibile, la salita è esigente. Partenza e subito strappo, poi falsopiano, cyrve, risale e diventa dura. All’ultimo km spiana, poi risale, ultimi 500 metri da fare in volata. Recepito.

Mi preparo e scendo… madonna che freddo… nemmeno un metro al sole. Arrivo giù a Ponte di Catagnana e mi dirigo verso Barga, meglio scendere da Loppia che dovrebbe essere al sole. Infatti è così. Poi Fornaci e quindi risalgo Barga da Mologno, senza forzare troppo, le gambe sono decisamente legnose. Una volta in cima ritorno alla partenza, c’è il foglio con l’orario delle partenze. Il cellulare segna le 9.31, il foglio dice che il mio turno sarà alle 10.41… cazzo! Un ora e dieci?? Allora meglio mettersi subito in marcia per un bel riscaldamento. Se rimango qui il tempo non passerà mai.

Infatti mi programmo un giretto bellino, ma il tempo passa troppo, troppo velocemente! Vado a Castelnuovo, salgo Monteperpoli, scendo a Gallicano e nel cercare di abbreviare la strada mi ritrova ad allungarla. A questo punto, guardando l’ora, sono ufficialmente in ritardo, con Barga ancora da salire! Niente da fare, nessuna altrenativa: devo tirarla un po! Cerco di non uccidermi, ma sono sempre vicino alla soglia, credo. Il cardio, così come tutto il resto, è a casa. Intanto arrivo in cima, di frettissima verso Ponte di Catagnana, eccomi. Due minuti alla partenza, disgraziato… appena in tempo.

Quei due minuti sono tutto e niente, non passano mai e ripasso tutto quel che devo sapere. Lo chiamo doping mentale, una serie di pensieri, autoconvincimenti, autoillusioni ai limiti dell’estremo. L’estremo da chiedere al mio corpo, stanco e provato dalla stagione. Impossibile scrivere, dare un’idea dell’azione che faccio sulla mente prima di una crono. Soprattutto questa dove mi gioco tutto, vai Fabio.

E parto. I primi 200 metri sono impegnativi, a tutta, tanto poi spiana. Poi spiana e mi butto a kamikaze nella s in semidiscesa, a tutta. Moltiplica garnde, poi piccola perché ritorna dura, e poi ancora facile. Passa un km, tornante verso sinistra e inizia la parte più impegnativa. A tutta, non ci sono mezze misure, giocati tutto, è l’unico modo. E ogni curva l’impressione è di scoppiare, ogni metro pare sia l’ultimo prima della botta. Doping psicologico, ancora, va avanti. Tempo e distanze non pervenuti, in trance.

Ultimo km, sto scoppiando davvero, am so che spiana. Calo di quel millesimo che serve per non fare la botta definitiva. Metto il 53, il cuore cala, le gambe scoppiano ma è secondario. Poi ritorna dura, metto il 39, come preparare la volata dietro l’ultimo tornante, che arriva e chiede l’ultimo respiro. Ancora, e definitivamente, il 53. Mi alzo e quasi scatto, nergie che non si sa da dove arrivino, volata lunghissima. Striscione, fine.

Chiedo il tempo due volte, e due volte me lo scordo. Incontro uno dei ragazzi con i quali mi gioco il campionato, parliamo fitto, mi dice il suo tempo. Del mio un’idea ce l’ho, ma non sono sicuro e me lo tengo per me. Fino alla premiazione nel dubbio. Lo speaker mi annuncia come il vincitore. Doppio colpo: cronoscalata di oggi e Campionato. La stagione può veramente chiudersi adesso. L’avventura della maratona può iniziare.

1 commento:

  1. Complimenti Fabio!
    Grandissima prova!
    ... ed il tuo resoconto è veramente "sentito"

    p.s. anche la partenza è stata da vero TRITTICO ... mi ricorda quella dei cronotrittici arrivati sulla pedana di partenza all'ultimo istante ... eh eh!!

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