martedì 30 agosto 2011

1) Il viaggio, l'arrivo, il furto

In bianco e nero, l’autostrada è solo un’istantanea che dimenticheremo in fretta. Parole e filosofie fra i viadotti e i tunnel della Liguria. Quanta noia.
Ecco, un posto dove non abiterei mai. Ci sono i monti, certo. C’è il mare, bellissimo. Ma l’abbraccio morbido delle mie terre che corrono ordinate verso il blu del tirreno non lo cambierei mai. Pianure mai troppo infinite, colline sempre curiose oltre la porta della foschia, montagne sul limite fra il vicino e il lontano, e mare di scogli e sassi da scegliere in base alla voglia.
La Toscana mi è dentro, nel cuore. Non ne uscirà mai.
Posso soltanto io, come adesso, uscire. Prima dalla mia terra, poi dalla mia nazione. Per ogni metro di suolo identico al successivo e diversissimo da quello un po’ più lontano, sono solo cartelli diversi a indicarmi che siamo in Francia.

Mario guida tranquillo, al comando dell’ultimo vagone del piccolo trenino partito da Prato alle 6 del mattino. In testa c’è il Taglia, Oscar 2011 per il rispetto del codice della strada. Nemmeno la totale assenza di autovelox sulle strade francesi lo spinge a spingere. Regolare.

Il pranzo è un’iniziazione al rito che ripeteremo per i prossimi giorni: zaini che si vuotano e stomaci che si riempiono. “O di paglia o di fieno, il corpo l’è pieno”, dice il Landini. Un caffé espresso che ha poco di Italiano scende giù nel corpo, con poco piacere e molta ustione, e non si può far altro che ripartire.

Lunga, lunghissima la strada verso Carpentras, o forse è solo la noia di arrivare. Do il cambio alla giuda a Mario, e nella cittadina poco lontana da Avignone compio una manovra da ritiro della patente sotto un semaforo. Qui non hanno nemmeno le telecamere, la mia tessera rosa può dirsi salva.
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La temperatura esterna è un colpo che ricade forte sul sistema immunitario, vista la frescura intensa all’interno dell’abitacolo. Un po’ di traduzioni alla reception e le valige in camera. Poi la spesa e la piscina. Il gigante può aspettare fino a domattina.
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Con la cena raffinata ancora sullo stomaco, e l’aria condizionata inarrestabile che arriva sul collo, il risveglio non può certo definirsi idilliaco. Ci ricorderemo a lungo di quanto le nostre membra stanno tentando di digerire. E pure le tasche, visto quanto costa una sola bottiglia di vino della casa. Ladri dalla parlata romantica.

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