mercoledì 27 luglio 2011

Trittici verso la Francia: una domenica speciale

Domenica 24 Luglio 2011: Colle della Lombarda, Col de la Bonette, Colle della Maddalena

Sveglia biologica: 3:59. Giusto un minuto prima dell’attacco di puro hair metal che da anni uso come sveglia. Meraviglie del corpo umano.
Giù di corsa, che di tempo non ce ne è molto. Uno yogurt e un caffè. E poco meno di 4 ore di sonno da farsi bastare per il resto della giornata.
Posso partire.

Casa di Ale, e soliti minuti di ritardo. Non cambierà mai, per fortuna. Recuperiamo il tempo perduto in autostrada, raggiungendo comunque in anticipo l’autogrill Versilia Est, luogo di ritrovo con altri trittici. Sosta al bagno e via.
Sosta successiva per un caffè, e abbandono dell’autostrada per volare veloci sulle larghe e perfetti statali della provincia Granda.

Un parcheggio nei pressi di Vinadio si trasforma in nostro campo base. Un incrocio ed un ponte sulla Stura di Demonte nel nostro km zero. Si parte!
In barba alle previsioni del tempo, sembra una bella giornata. Temperatura gradevole, fresca ma non troppo, l’ideale.
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La salita al Colle della Lombarda è molto trafficata nei primi km, a causa dell’intenso traffico di pellegrini intenti a raggiungere il santuario di Sant’Anna. Qui doveva arrivare il giro il giorno del famoso blitz di Sanremo, ma proprio a causa di quello la tappa fu annullata.

Cerco di godermi la salita, nella piacevole compagnia dei compagni trittici. Dopo un inizio tutto tornanti, si fanno posto lunghi rettilinei e pendenze più dolci. Poi una serie di tornanti, rettilineo e altri tornanti. Il paesaggio promette bene.
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Una volta superato il bivio per il santuario, la situazione traffico si fa molto più tranquilla, e possiamo permetterci di vivere la salita nella sua totale larghezza. Qui la vista su quello che ci circonda è fonte di pura soddisfazione e contemplazione. La mente si riempie di pace e gli ultimi km sono una dolce passeggiata nella magia di queste alpi brulle e selvagge.
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Dopo le foto di rito, è l’ora della discesa. Riesco subito a impostare le curve bene, e ciò aggiunge armonia all’armonioso.
In fondo ci aspettiamo tutti, pronti a costeggiare il fiume Tinée per raggiungere St Etienne de Tinée. È un lungo falsopiano, però con pendenze più prossime alla salita vera e propria. Ed è una lunga agonia con un unico vero nemico: il vento. Forte e teso, trasforma questo tratto di fondovalle in una impegnativa lotta contro i km.
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La vera mazzata arriva sulla ciclabile attorno a St Etienne, con uno strappo non durissimo, ma sufficientemente insidioso per farmi piantare. E gli altri come me.
Per fortuna però inizia anche la salita vera e propria, o quasi. Quel che è certo è che i monti riescono a salvarci dal vento, concedendo alle gambe un po’ di tregua.
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Non si può certo dire che i primi km del Col de la Bonette siano i più entusiasmanti del mondo. Pochi tornanti e poco paesaggio che richiama la nostra attenzione.
Prima che la noia si affacci con prepotenza sui nostri pensieri, in località le Pra ci fermiamo a prendere un pezzo di dolce e una lattina di coca. Le mie gambe ringraziano di cuore: un 39x25 trascinato a basse velocità, pur senza faticare, è comunque una fonte di logoramento e di stress per le gambe. Fermandomi si è tutto azzerato.

Si riparte quindi, con qualche caloria in più e rinfrancati nello spirito. Si ride di nuovo.
La montagna sembra ascoltarci, perché inizia un tratto veramente molto bello. Ci sono tornanti, panorami di assoluta bellezza e un sole che tinge ancor più di azzurro un cielo da cartolina.
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Il passaggio da Camp des Fourches è favoloso, e in più d’uno pensiamo che rimettere in sesto una di quelle case non sarebbe male. Sicuramente però si toglierebbe quella magica atmosfera che solo quelle rovine può dare.
I cartelli stradali, con cadenza chilometrica, ci indicano la quota, i km mancanti al gpm e la pendenza media del km successivo. Sono avanti questi francesi!
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Le ultime migliaia di metri che ci separano dal passo sono di una spettacolarità unica. Per quanto poi l’artifizio per ottenere il primato di strada più alta d’Europa sia clamorosamente pacchiano, non si può discutere sulla bellezza di quella lingua d’asfalto che si arrampica nel niente della scura roccia madre. È l’ultimo km, il più duro, il più memorabile.
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Foto e vestiti, poi discesa. Bellissima discesa. Curve da pennellare e bici che scendono sicure per la sinuosa strada verso Jausiers, dove 7 km di fondovalle ci portano all’attacco della terza e ultima salita, il Colle della Maddalena. 17 km di salita molto semplici, per coprire un dislivello di poco superiore ai 600 m.

Come sempre soffro i primi km, poi le gambe iniziano a girare e l’ultimo tratto della salita è un invito immenso a forzare il ritmo. Ma non sono qui per questo. Ci aspettiamo tutti come sempre, e al bivio dopo Larche salutiamo David. Per lui il giro è finito: il campeggio dove è in villeggiatura è a pochi metri. Partito in contemporanea alla nostra uscita dall’autostrada, si è fatto trovare pronto a Vinadio per la partenza.
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Noi 5 proseguiamo e raggiungiamo il colle. Sicuramente il più anonimo della giornata, ma non ci pare il caso di lamentarci di cose così inutili in una giornata totalmente da ricordare.
Ancora foto e vestiti, e poi lunghissima planata verso il parcheggio di Vinadio. Discesa dolce e vento bastardo. Ogni tornante è una sfida all’equilibrio. Ogni rettilineo un ulteriore dazio per raggiungere la meta.
Ma il contakm che si spenge dal nulla mi conferma che la vera meta è già raggiunta, ed ogni numero esistente è tanto vuoto quanto inutile a descrivere empiricamente una giornata così. L’animo è pieno, ed a noi basta questo.

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