lunedì 17 gennaio 2011

Gambe nella nebbia, Terza uscita di gruppo


Previsioni del tempo: sole. Tempo: nebbia. Oltre la nebbia c'è il sole, arriverà, questione di tempo. Dieci minuti alle 8 e sono già in strada. Anche oggi con il gruppo del ponte, il percorso è già più simpatico rispetto a quello dell'altra settimana. Qualche strappetto in più per 5 km in meno, 70 km. Scommetto che in due ore li faremo.

Pochi km ed ho già le mani congelate, eppure non è freddissimo, sarà l'umidità. Quella che prima ti appanna gli occhiali, e poi forma piccole gocce sugli stessi, provocando qualche problema alla mia già debole vista. Incontro Sara, quasi a casa sua, e improvvisiamo un giro di riscaldamento prima di raggiungere il luogo di ritrovo del gruppo. Incontriamo anche il mi babbo con il solito duo Nuti-Parisi. Vanno a fare un po' di salita, un po' li invidio.

Arriviamo al ritrovo in anticipo, vorrei continuare il giretto per non ghiacciarmi, ma le donne hanno i loro comodi e me ne devo rassegnare. Così congelo come un ghiacciolo e quando partiamo è ancora peggio, perchè i 22 all'ora mal si addicono ad un corpo che ha bisogno di riscaldarsi. Mi vien voglia di andare a tirare, ma non ai 22 all'ora. Sara mi blocca perchè è messa peggio di me, ha tosse e raffreddore da vendere, forse qualche linea di febbre, ma è lì lo stesso.

Non passa comunque molto che l'andatura aumenta. Fisiologicamente mi avvicino alla testa del gruppo (siamo tantissimi, troppi) e sui primi due zampellotti sono già lì davanti. Pianura. Quando tocca a me a tirare c'è un fastidioso vente contrario, ma ho l'esperienza giusta per ammettere che di vento non ce n'è poi molto, sono le gambe che oggi non ci sono, o meglio, lavorano non al massimo.

Sicuramente influisce anche l'uscita di ieri, sabato. Lavori per la forza neuromuscolare e poi una bella salita di 13 km. Un sole stupendo e un cielo azzurro bellissimo, un tepore inusuale per gennaio, si stava da Dio.

Qui c'è ancora nebbia però, e sono quasi le dieci. Maledette previsioni, ho ancora gli occhiali bagnati e anche il resto non scherza. Lascio fendere l'aereosol atmosferico ad altri e mi faccio pian piano riassobire. Chiedo a Sara come sta, e la risposta non è proprio confortante.

Prima di avvicinarsi agli altri zampellotti tento una inspiegata fuga solitaria. Non era nemmeno una fuga, perchè pensavo di avere il resto della ciurma alla mia ruota, ma quando mi sono accorto che avevo solo la nebbia ho continuato ancora un'altro po'. Un'anticipo delle ripetute in pianura che farò più in là nella stagione.

Sul primo strappo dò una mano a Sara, che stà sempre peggio, e le consiglio pure di lasciar perdere, che così si ammazza e basta. Niente. Rientriamo facendo un po' di dietro macchina ai 55. Poi ancora due strappi in successione, lì va meglio.

Mangio la mia barretta che sembra becchime ed è già tempo della nuova salitella, la più "lunga": Santa Colomba. Non stò malaccio, e quando due tentano di evadere li raggiungo con una accellerazione buona, ma mi metto alla loro ruota. Evito di aumentare per non complicare ulteriormente la vita a Sara. Poi ci raggiunge un altro gruppetto di evasi, ci superano ma accelero e mi rimetto davanti, stabilendo definitivamente le gerarchie.

Tutto ciò però non è bastato, perchè Sara rimane attardata, ma forse è meglio così. Si evita un martirio e guadagna una doccia calda che non le può che fare bene. Ah, è uscito il sole intanto.

Io mi metto a ruota degli altri, a fondo gruppo. Poi dal niente succede quelloc he non vorresti mai vedere. Un inspiegato frazionamento che ci costa oltre un centinaio di metri dalla prima parte del gruppo. Una divisione a metà quasi perfetta forse anche voluta da qualcuno, ma non da me. Allora mi metto davanti e inizio a tirare. Solo che chiudere un buco quando davanti viaggiano a 40/45 non è proprio il massimo, soprattutto per le gambe di oggi!

Tocco i 65 orari su una brevissima discesa, rimango sui 50 nelle leggere ondulazioni successive, e riusciamo (uso del noi per eccesso di modestia) a rientrare proprio ai piedi della salitella successiva. Ho solo la forza per non staccarmi. Inc ima aumentano e continuo ad avere solo la forza per non staccarmi. Strappi successivi, e ancora solo la forza per non staccarmi.

Da questo punto alla fine del giro è solo questione di sopravvivenza e di fitta nebbia, nebbia di occhi, di una mente e di un corpo ormai alla frutta. Come nelel privisoni due ore sono bastate, con loro media dei 35. Rientro a casa con estrema calma, cercando di sciogliere i muscoli un po' "attapirati".

113 km in totale, e va bene così. Alla prossima.

4 commenti:

  1. Se ti interessa, io su Facebook metto sempre il grafico del giro, rilevato dal mio Polar...

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  2. Mi devi scusare... ma te saresti??? :)

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  3. Di nulla, sono quello con la maglia scura, squadra My Doping Cycling Team, compreso di baffetti e barbetta...hehe..saluti ;-)

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  4. Ah.. ok! Allora se ci sei domani ci si vede! Nel caso salutami... sono parecchio cieco... XD

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